venerdì 15 marzo 2013

Dal dottore

Al quarto giorno di febbre alta e tosse, mamma mi spedisce dal dottore. No io non ci voglio andare. No tu ci vai o ti ci porto io appesa per le orecchie. Classica conversazione che si ripete da trentacinque venticinque anni in casa mia.
Che ci vado a fare? Tanto so già cosa mi dirà: tachipirina e a letto.
 
La sala d'attesa è il solito minestrone di gente ai limiti del paranormale e germi che si propagano. Già io non sono nel massimo della forma, ci manca solo di venire a contatto con il bacillo della peste bubbonica e sono a posto.
C'è il tipo anziano, ma gggiovane dentro, con il cellulare che squilla ogni due minuti (suoneria "bad romance" della gaga). Sopprimetelo.
C'è la sciura che non si ricorda il nome del farmaco che prende per (testuale) non pisciarsi addosso. Sopprimetela.
C'è l'altra sciura con il culo grosso come il Trentino Alto Adige che ruba le caramelle dalla scrivania dell'infermiera. Tesoro, sei delicata come un'elefante, ti abbiamo sgamato tutti a prenderle. Che magari, se ne mangiassi di meno non avresti quel posteriore. Sopprimetela.
C'è il vecchino che appena entrato si incanta a guardare la parete ed esclama: "non ho mai visto un orologio sul muro più bello di questo!". Ehm.... soppr.. no dai, questo mi ha fatto tenerezza. Ma diobon, se mi dai dieci euro te lo appendo a casa.
 
Me ne sto nel mio angolino, seduta sulla sedia, sperando che non si accorgano di me, sperando che nessuno mi rivolga la parola. Sono pronta a spalmarmi addosso carcasse putrefatte come nella prima puntata di The Walking Dead pur di fuggire.
 
Finalmente è il mio turno. Si tolga il maglione, respiri profondamente con la bocca, controlliamo la gola, aaaaaahhhhhhh, le orecchie.
E' influenza. Non esca dal letto e prenda la tachipirina ogni volta che supera i 38. Grazie e arrivederci.
 
Iena

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