martedì 18 novembre 2014

La piccola Iena di campagna va in città

Armata di ombrellino, cartina, giacca col cappuccio, biglietto della metro e biglietto del tram (che emozione, il tram!).
Ed eccomi a Milano, per sistemare una pratica in un ufficio pubblico, uno di quelli immensi, un labirinto di corridoi e stanze numerate a caso che sai quando entri ma non sai se ne uscirai mai.
Tranquillizzo subito i miei due lettori: sono qui a scrivere, quindi vuol dire che ne sono uscita.
Mi presento allo sportellino informazioni con la mail dell’appuntamento: “Buongiorno, devo andare allo sportello 17/bis”
Omino delle informazioni: “Lo vedi quel corridoio? Ecco, lo imbocchi, poi vai a destra poi c’è una macchinetta del caffè. Dopo il caffè trovi la stanza 17/bis”
Iena: “Facilissimo”
Cammina cammina cammina, di corridoio ce ne sono tre, piglio quello in mezzo, cammina cammina cammina… stanza 105, stanza 1327, stanza 10 ter, ufficio A/B/C/D, gente che corre, gente che parla, fuori la tempesta.. macchinette del caffè a mazzi… boh?
Torno dall’omino delle informazioni.
Iena: “scusi non ho mica capito..”
Omino: “Se non muoio oggi, vivrò per sempre” (anche questa non l’ho capita). Mi piglia per un orecchio e mi trascina all’inizio di un corridoio. “Lo vedi quella macchinetta del caffè? Ecco, la stanza subito dopo è la TUA!”
Caffè. Stanza subito dopo. Facilissimo.
Mi avvicino alla porta totalmente anonima. L’unica in tutto l’edificio senza numerino sopra. Busso. Niente. Tento di aprire. Chiusa. Aspetto.
Aspetto. Aspetto. Aspetto.
Arriva una tipa con la chiave e apre. Mi avvento su di lei.
Iena: “Scusi scusi scusi, io ho un appuntamento alle 11 in questa stanza, sa dirmi quando arriva il funzionario?”
Tipa: “E’ proprio sicura che sia questa la stanza?”
Iena: “Ceeerrrttooo, me l’ha indicata l’omino delle informazioni!”
Tipa: “Guardi che questo è il bagno dei dipendenti”


1 commento: